fbpx

Senior Housing: cos’è e perché è una risorsa per il mercato immobiliare

senior housing

Si chiama Senior Housing, ed è la nuova risorsa del mercato immobiliare. Una versione del co-living declinato però per le persone della terza età. È nato in Danimarca sul finire degli anni ’60 e da alcuni decenni ha preso piede anche oltreoceano. In Italia è ancora poco conosciuto, ma i numeri testimoniano la necessità di una crescita importante nei prossimi anni. E questa potrebbe essere una vera svolta nel settore immobiliare.

Il Senior Housing rappresenta una vera e propria frontiera abitativa per la terza età. L’idea di base è quella di proporre alloggi privati all’interno di abitazioni condivise, con spazi e aree comuni. In questo modo si assicurano privacy e riservatezza ma senza rinunciare a condivisione e socialità. L’obiettivo è quello di combattere una grande problematica che affligge la fascia anziana della popolazione, ossia la solitudine. Questa modalità è chiamata, a tal proposito, senior co-housing, proprio per l’idea di condivisione di momenti e spazi di vita. Si tratta dunque di un vero e proprio stile di vita, improntato alla comunità e alla socializzazione.

Dati demografici alla base del senior housing

Come detto, questa proposta abitativa nasce nel nord Europa e negli ultimi decenni si è sviluppata molto tra Stati Uniti e Canada. Negli ultimi anni ha preso piede anche in Italia, quanto meno a livello di progetto e possibilità di investimento. E non è un caso. La sempre maggior attenzione rivolta a questo tipo di investimento immobiliare è dettata da questioni non solo economiche, ma anche e soprattutto demografiche.

Stiamo assistendo in Italia, ma il discorso potrebbe tranquillamente essere generalizzato, a un progressivo invecchiamento della popolazione. L’età media si alza sempre di più, le prospettive di vita migliorano e aumentano in durata e qualità. Allo stesso tempo sta cambiando anche la concezione assistenziale della famiglia, con molti nuclei composti di fatto da persone sole. I dati sono molto significativi da questo punto di vista. Entro il 2060 le persone over 65 saranno il 32% della popolazione, gli over 85 al 10%. Un importante aumento e una tendenza segnata.

Senior living all’interno del mercato immobiliare

E sono proprio questi i motivi per cui il fenomeno del senior housing sta attirando le attenzioni del mercato immobiliare. È quello che si definisce un segmento anticiclico: non dipende da una congiuntura economica ma da bisogni essenziali e trend demografici. Inoltre, va considerata la capacità di spesa dei potenziali clienti: persone in buona salute, over 65, con una buona pensione su cui poter fare affidamento.

Allo stesso tempo, la mancanza di strutture adeguate è un vero e proprio incentivo all’investimento. Secondo gli ultimi dati Nomisma sono meno del 10% le strutture abitative rivolte a persone anziane autosufficienti. Seguendo il trend demografico, è plausibile immaginare una crescita di interesse in questa proposta residenziale. Dunque, sia a livello di utenza che a livello di investimenti, il senior housing è un fenomeno destinato a catalizzare il commercial real estate.

Differenze con RSA e case di riposo

La vera novità portata da questa soluzione abitativa sta nella proposta di vita che lo accompagna. Un complesso di senior housing presenta alloggi privati attorniati da spazi comuni, ricettivi, ricreativi e domestici. Il tutto all’interno di un’area che presenta nelle vicinanze servizi e beni di prima necessità. Un complesso di questo tipo si apre ovviamente a convenzioni e collaborazioni con organizzazioni di volontariato e ambulatori, per garantire la massima assistenza e la miglior cura. E qui subentra la differenza fondamentale tra il senior housing e le altre strutture dedicate a persone anziane.

Il senior housing si rivolge esclusivamente a persone autosufficienti, in buona salute. Non a caso viene definito anche Indipendent senior living. Non si tratta di essere ospiti di una struttura ricettiva attrezzata e organizzata, ma di vivere in una vera e propria casa di proprietà, all’interno di un contesto più ampio e solidale. Infatti, la presenza di volontari e personale medico è un valore aggiunto ma non necessario, che viene richiesto su misura da ogni singola persona sulla base delle proprie necessità. RSA e case di riposo sono invece delle strutture ricettive paramediche, dove gli anziani vengono accuditi perché non più autosufficienti. In questi casi non si tratta di case private ma di stanze, spesso condivise con altri ospiti.

Il senior living presenta dunque una duplice natura, privata e comune. L’obiettivo è la proposta di uno stile di vita condiviso e sociale, promuovendo l’invecchiamento attivo e partecipativo. Non sono luoghi di assistenza pura, ma proposte abitative che puntano su comfort e qualità della vita per persone della terza età.